Ricordando J. R. R. Tolkien (3 gennaio 1973 - 2 settembre 2021)

 In memoriam:

J. R. R. Tolkien (3 gennaio 1892- 2 settembre 1973), un mio contributo su Costruire storie. Una piazza per la public history per rendere omaggio al Professore che amava i Draghi.
Ricordando J.R.R. Tolkien
J.R.R. Tolkien (Bloemfontein, 3 gennaio 1892 - Bournemouth, 2 settembre 1973).
Oggi ricorre l’anniversario della morte “dell’autore del secolo XX”, filologo, medievista, studioso appassionato di lingue germaniche e di anglosassone, professore di antico inglese, lingua e letteratura inglese presso l’Università di Oxford.
Il nome di Tolkien è legato soprattutto a quello delle sue due opere magne: Lo Hobbit o La riconquista del Tesoro (The Hobbit, or There and the Back Again, 1937) e Il Signore degli Anelli (The Lord of the Rings, 1954-1955), capolavori della letteratura contemporanea che hanno segnato il successo dell’High fantasy (o fantasy epico).
L’Imaginarium tolkieniano, comprendente la Terra di Mezzo, le sue razze e creature, con lingue, usi, tradizioni, storie, soprattutto lingue peculiari e diverse, si presenta quale nuovo universo epico - narrativo, capace di far suoi e comunicare ai lettori, alti valori umani, morali ed etici, profondi ed intrinsecamente cristiani.
La Terra di Mezzo quale “metafora del migliore dei mondi possibilI”, ma anche espressione più alta dell’immaginazione creativa, della capacità dell’uomo, del poeta, il “sub-creatore” per eccellenza, di avvicinarsi alla volontà e al disegno creatore di Dio, generando un Universo nuovo, unico, coerente, dai precisi contorni geografici, con le proprie specificità, popoli ed evoluzione storica, partendo dalla lingua, dal linguaggio, vero protagonista dell’opera del professore di Oxford, tratto distintivo di un popolo e di una cultura, al quale lo scrittore attribuisce la capacità più grande, quella di generare miti, sulla scia dei romantici Herder, Schelling e Schlegel. Scriverà l’autore, nel suo saggio On fairy tales: «La mente che pensava a leggero, pesante, grigio, giallo, fermo, veloce concepiva anche una magia che poteva trasformare il piombo grigio in oro giallo, e trasmutare la roccia ferma in acqua corrente ... Se siamo in grado di separare il verde dall'erba, il blu dal cielo, il rosso dal sangue, allora possediamo già il potere di un incantatore ... E allora ecco svegliarsi in noi il desiderio di provare quel potere nel mondo esterno. All'interno di una tale fantasia ... vengono create nuove forme. Il Regno delle Fate comincia, e l'uomo diventa sub – creatore».
Un’epica nuova per un nuovo Millennio, quella del Signore degli Anelli di Tolkien, ideata per fornire all’Inghilterra e all’Occidente contemporaneo un nuovo sostrato mitico cui guardare, da porre accanto ai miti del Nord Europa e dell’area greco - mediterranea.
Tolkien è riuscito pienamente ad incarnare i sogni e le aspirazioni più profonde dell’animo umano, delle generazioni di ieri e di oggi, recuperando e reinventando l’antico, quegli amati “draghi ed eroi” della mitologia del Nord Europa medievale, dal Voluspa scandinavo al Beowulf, dal romance del Sir Gawain and The Green Knight alla Saga dei Volsunghi, traendo inoltre ispirazione dai padri del fantasy contemporaneo, George MacDonald e William Morris: il rifiuto della guerra e di ogni forma di totalitarismo, il viaggio “cristologico” del protagonista come viaggio di redenzione personale e del genere umano, la nostalgia di una gloriosa e scomparsa età degli eroi, la critica all'industrializzazione e al mondo della macchina, il mito del “re che ritorna” al trono suo di diritto per il ripristino della pace e dell'ordine naturale della Terra di Mezzo, la filosofia dell'essere in contrasto con il culto della materia, l’amore e la difesa della Natura, attiva, pulsante, viva, contro l’avanzare della modernità e la scomparsa dei valori individuali dei singoli, sono soltanto alcune delle profonde tematiche che hanno fatto di Tolkien un autore letto ed amato da centinaia di milioni di appassionati, dalla metà del secolo scorso ad oggi.
Un vero e proprio “caso mondiale” che non smette ma anzi continua ad ispirare giovani studiosi, scrittori, registi, artisti, che nel Medioevo, insieme filologico e romantico di Tolkien, ritrovano valori archetipici e universali, che sembravano smarriti nel tempo, quelle radici profonde dell’essere, che “non gelano” ma anzi sono il prezioso fondamento sulle quali fondare la “Buona Battaglia da condurre, anzitutto, dentro noi stessi, per emergere rinnovati nello spirito e nel corpo, per “tornare” a Casa dopo un lungo viaggio e contribuire a sanare le ferite del mondo, restaurarlo, renderlo migliore al nostro breve, ma significativo, passaggio.

Commenti

Post più popolari